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03 febbraio 1957

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03 febbraio 1957: La Rai introduce per la prima volta nei suoi programmi la pubblicità. Viene trasmessa subito dopo il telegiornale, alle 20,50, e prima di "Telematch"; la formula è quella, celeberrima, del "Carosello". Il Radiocorriere pubblica la locandina del nuovo "programma": le ditte inserzioniste sono la Shell, l'Oréal, la Singer e le Grandi Marche Associate (che pubblicizzano il Cynar) (Radiocorriere 3/2/57). Le réclame, come venivano chiamate allora, erano organizzate in modo da risultare uno "spettacolo aggiunto alle normali trasmissioni". Bisogna ricordare che, già da molti anni, il pubblico della radio si era espresso in modo estremamente duro nei confronti sia della quantità - sempre giudicata eccessiva - sia dalla qualità degli inserti pubblicitari. E' ovvio, dunque, che l'introduzione della pubblicità all'interno della televisione fosse preceduta da una lunga fase di studio. "Le preoccupazioni per le possibili reazioni del pubblico - scrivono L.Ballio e A.Zanacchi in "Carosello Story", Eri 1987 - portarono alla redazione di rigorose 'Note per la realizzazione della pubblicità televisiva', redatte dalla Sacis, la società che la Rai aveva creato per risolvere due problemi: controllare i contenuti della pubblicità e confezionare le rubriche pubblicitarie (...). Le norme della Sacis erano davvero singolari. Anzitutto erano in contrasto con un carattere peculiare della pubblicità televisiva: la brevità. Infatti prevedevano che i comunicati dovessero essere lunghi complessivamente 64 metri e 26 centimetri, su pellicola cinematografica da 35 mm, dovevano cioè durare 2 minuti e 15 secondi, un'eternità in rapporto alla durata media dei comunicati pubblicitari televisivi diffusi altrove, e in particolar modo in America, patria della pubblicità. Ma c'erano anche le norme particolari sul contenuto dei comunicati. I 135 secondi complessivi dovevano essere rigorosamente divisi in due parti: una spettacolare, della durata di 1' e 45" e poi un 'codino' pubblicitario di 30". La parte di spettacolo non doveva assolutamente contenere riferimenti al codino pubblicitario e consisteva in 'scenette, azioni drammatiche, balletti, numeri musicali o di attrazione, sequenze a carattere documentario', come prescrivevano rigorosamente le norme. Questa parte, 'dall'inizio alla conclusione dell'arco narrativo', doveva rappresentare 'una storia conchiusa. Nasceva così l'obbligo , per gli inserzionisti, di presentare delle ministorie vere e proprie, che si rinnovavano in continuazione, perché un'altra norma stabiliva che ogni 'cortometraggio' poteva andare in onda una sola volta" (Il codice pubblicitario della Sacis è pubblicato per intero in "Tv Lexixon 1963").

03 febbraio 1957

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