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27 agosto 1924

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27 agosto 1924: Il Ministero, esaminate le proposte di alcune società interessate alla concessione del servizio radiofonico, e non considerando sufficienti le garanzie proposte da nessuna società singola, si orienta per una fusione. A Roma viene costituita l'Unione Radiofonica Italiana (URI) con capitale ripartito tra da Società anonima Radiofono (azionista di maggioranza, con l'82,9%) e la Società italiana radio audizioni circolari SIRAC "L'immobilizzazione di ingenti somme in un settore nuovo, e in un momento come quello - spiega ancora Mannucci in 'I poteri pubblici...' (op.cit.) - si prospettava come un'impresa piena di incognite., Questa situazione non solo non ostacolò, ma anzi facilitò al governo il conseguimento dei suoi scopi nel campo della radiodiffusione. La relativa debolezza economica delle poche società aspiranti alla concessione gli consentì di influire sulla nascita delle radioaudizioni italiane in modo ancor più profondo di quanto non sarebbe stato possibile se vi fosse stato da affrontare esclusivamente un problema di imposizioni politiche e giuridiche. Stando così le cose, il governo fascista trovò logico stabilire il principio che l'esercizio della radiodiffusione dovesse essere concesso in esclusiva.

Attraverso il ministro delle Poste Costanzo Ciano, si adoperò affinché venisse costituita una società che desse piena garanzia di funzionalità e aderenza ai suoi disegni. Questa società, l'Unione Radiofonica Italiana, fu il risultato della fusione di due ditte che avevano da tempo avanzato richiesta di concessione: la Radiofono di Roma e la SIRAC di Milano. Nella URI figuravano esponenti di interessi industriali del ramo elettromeccanico, inclusi alcuni rappresentati di gruppi stranieri: tutte persone, naturalmente, di sicura sottomissione al fascismo (...). La società ebbe la concessione in esclusiva quale vincitrice di una gara, indetta dal Governo, in cui era già stato tutto deciso in anticipo".

27 agosto 1924


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