30 giugno 1910: Viene approvata la legge sulla radiotelegrafia e sulla radiotelefonia in cui sono contenute, per la prima volta, disposizioni in materia di "comunicazioni senza filo": la legge riserva al governo "lo stabilimento e l'esercizio degli impianti radiotelegrafici e radiotelefonici", e, in generale, di tutti quelli in cui "si impieghi energia allo scopo di ottenere effetti a distanza senza l'uso di fili conduttori". Non si parla ancora, naturalmente, di radiofonia, ma questa legge rimane la base su cui si svilupperanno, negli anni a venire, le disposizioni legislative in materia. L'importanza di questo provvedimento, sottolinea Cesare Mannucci ne "I poteri pubblici e l'Ente radiofonico" (da "Nord e Sud" n.57, settembre 1959) è nella "determinazione di un principio, che ha avuto in seguito proprio sulle radiodiffusioni circolari i suoi più notevoli effetti: il principio della necessità di un rigoroso controllo governativo tanto sugli aspetti tecnici che su quelli sostanziali delle radiocomunicazioni". La preoccupazione che spinse la maggioranza di allora a varare questa legge fu, prosegue Mannucci, essenzialmente di carattere militare. Tra l'altro bisogna notare che, da allora fino alla riforma della Rai del 1975, tutti i provvedimenti sulla radiofonia prima e sulla televisione poi saranno stabiliti direttamente dal governo tramite decreti legge.
30 giugno 1910
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