Agenzie di stampa: ancora una proroga al 31 dicembre 2023
- nmkstudio
- 28 dic 2022
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Dodici mesi per riscrivere finalmente le regole di un settore in profonda crisi –

I contratti delle agenzie di stampa con la Presidenza del Consiglio - per l'acquisto di servizi giornalistici e informativi - sono prorogati fino al 31 dicembre del 2023. Una proroga, l’ennesima visto che la gara risale al 2017 e doveva durare tre anni, utile al dipartimento per l’Editoria, guidato dal senatore Alberto Barachini, a riscrivere i criteri con cui questi fondi vengono assegnati. In particolare, entro i prossimi sei mesi un apposito comitato di esperti provvederà a definire i criteri coi quali verranno stipulati i nuovi contratti, che dovranno partire dal 1 gennaio 2024 e sembra avranno una durata triennale. Con ogni probabilità non si faranno più bandi di gara (e si tornerà alla procedura negoziale) per le agenzie di stampa riconosciute a carattere nazionale. Mentre i bandi di gara rimarranno per le agenzie che forniranno dei notiziari specializzati.
L’informazione primaria è bene di servizio pubblico confezionato in Italia da circa 800 giornalisti assunti a tempo indeterminato, da un centinaio di art. 2, chissà quante partite Iva e circa 600 amministrativi (oltre all’indotto). E un bene che qualcuno in passato a Palazzo Chigi ha deciso improvvisamente – nonostante la contrarietà di tutte le agenzie che hanno indetto il primo sciopero generale della storia – di considerare alla stregua di qualunque altro bene o servizio da acquisire sul mercato. Una strategia che ha garantito certamente maggiore trasparenza (con la procedura competitiva) e contenimento dei costi: la gara italiana prevedeva dieci lotti e una base d’asta di 113.250.000 euro in tre anni; ne sono stati spesi 98.022.389. Circa 15 milioni risparmiati, ma sulla pelle dei lavoratori. Basta guardare alla difficile situazione di AskaNews e della Dire; alla messa in liquidazione di OmniRoma, oppure alla chiusura dopo vent’anni del Velino ad agosto 2019 (gli ultimi 14 giornalisti sono stati licenziati ad ottobre del 2021). Una strategia che ha costretto anche un gigante come Ansa a diverse capriole contabili. E ora, dopo sei anni, di cui tre in proroga, si torna all’antico…
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