L’azionista Giorgetti non ha dubbi: “L'anno prossimo bisognerà trovare un altro strumento” -

Se dipendesse da lui – che certo non è un amante del palinsesto del servizio pubblico – il canone Rai lo avrebbe già abolito da tempo. Ma per fortuna di Viale Mazzini la decisione non spetta a Matteo Salvini, ma all’Azionista (e compagno di partito) Giancarlo Giorgetti.
Anche da lì, per la verità, non giungono segnali proprio rassicuranti per le casse del settimo piano. Il canone, infatti, che dal 2016 è stato inserito (per volere di Matteo Renzi) nella bolletta elettrica e in questo modo (oltre a scendere a 90 euro) ha consentito alla Rai di abbassare drasticamente il livello dell’evasione, sembra infatti destinato a cambiare “casa”. “È chiaro che dalla bolletta il canone Rai dovrà uscire e quindi l'anno prossimo bisognerà trovare un altro strumento”, ha sentenziato di recente il ministro dell’Economia. Un'operazione di trasparenza – così viene vissuta in ambienti dell’esecutivo - soprattutto in un periodo come questo dove le bollette dell'elettricità hanno conosciuto rincari importantissimi a seguito dell'esplosione del prezzo del gas e delle conseguenze della guerra in Ucraina.
Ma dal 2024 come pagheremo il canone Rai? Se fosse inserito nella fiscalità generale, non lo pagheremo più direttamente. La cosa farebbe gioco a chi come il Carroccio da anni ne promette l’abolizione, ma sia chiaro che in qualche modo tutti noi continueremo a mantenere “Mamma Rai”. In alternativa si potrebbe pagare con la dichiarazione dei redditi, oppure tornare (ipotesi remota) al vecchio bollettino postale, introducendo anche la possibilità del PagoPa. Infine accostarlo alla tassazione sugli immobili, o farla diventare una tassa di proprietà, come il bollo. Vedremo…
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