Il Ponte - agosto-settembre 1957
- nmkstudio
- 1 ago 1957
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Agosto 1957: La rivista Il Ponte pubblica un saggio di Arturo Gismondi dedicato alla televisione. Nel paragrafo intitolato a "L'inizio della trasmissione TV e la televisione commerciale" si legge: "Come mai soltanto nel 1956, quattro anni dopo il rinnovo della concessione e tre anni dopo l'inizio dell'esercizio televisivo, i gruppi privati rivendicano un diritto che, a maggior ragione, avrebbero potuto rivendicare nel 1952?". Gismondi sottolinea che la "posizione acquiescente assunta dai gruppi privati, e in Parlamento dai partiti di destra, di fronte alle leggi del 1952 si inserisce nella politica dell'industria privata nei confronti dell'esercizio", che aveva l'obiettivo di "accollare alla collettività il peso dell'esercizio, passivo almeno in relazione ai capitali impiegati, e pretendere invece mano libera nei settori ove gli investimenti si presentano più proficui". La "verità di questa legge", prosegue Gismondi, "la si ricava da un esame dei bilanci RAI degli ultimi anni. Precisiamo ancora, però, che fu determinante, nel 1952, per l'atteggiamento passivo dei gruppi privati, la considerazione che l'inizio dell'esercizio TV avrebbe richiesto delle spese affatto indifferenti per l'installazione degli impianti in tutta Italia. Le spese per impianti televisivi hanno ammontato, dal 1952 a tutto il 1956 (anno in cui è stata completata la rete televisiva in tutta Italia) a 22 miliardi". Alle alte spese sostenute dalla RAI fanno riscontro "degli utili sproporzionati alla massa degli investimenti. Ricaviamo infatti dall'esame dei bilanci degli ultimi anni che gli utili sono stati complessivamente, dal 1952 al 1955, di 684 milioni, per la maggior parte reinvestiti l'anno successivo". Salta agli occhi, prosegue Gismondi, "la maggiore proficuità degli investimenti industriali rispetto a quelli di esercizio". Questo esame tecnico-economico dà poi l'occasione di affermare che la questione del monopolio televisivo e della televisione commerciale si risolverà non tanto sul piano giuridico o costituzionale, quanto su quello economico, "essendo gli ulteriori sviluppi delle varie iniziative legati alla possibilità o meno di rendere produttivo il 'libero' esercizio. Gli stessi promotori, d'altra parte, che a Milano fanno capo ai consiglieri di parte liberale Gohering e Robba, rappresntanti di alcuni forti gruppi industriali (Italcementi), a Roma al sen.Angiolillo e all'industriale Alecce, e a Napoli al comandante Lauro, non nascondono le difficoltà di giungere, almeno per ora, ad un servizio televisivo su scala nazionale, e parlano, quindi, di servizi locali". Significativa, inoltre, la considerazione conclusiva: "La vera battaglia per il monopolio televisivo si scatenerà, questo il nostro parere, il giorno che i gruppi promotori avranno la prova che una 'TV commerciale' è divenuta un'impresa economicamente conveniente, soprattutto in relazione alla massa di investimenti necessari
Il Ponte - agosto-settembre 1957
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