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La Stampa - 16 settembre 1967

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15 settembre 1967: La Stampa riprende i commenti apparsi sul Messaggero e il Tempo, due quotidiani della capitale, i quali hanno criticato aspramente una dichiarazione del vice presidente della Rai Italo De Feo. De Feo aveva sottolineato come la spesa pubblicitaria globale è aumentata e come la Rai volesse mantenere inalterata la sua quota pubblicitaria. Il Messaggero invita la Rai a utilizzare i soli introiti provenienti dal canone. L'ampliamento della quota pubblicitaria della Rai costituirebbe un attentato per la democrazia, perchè danneggerebbe in maniera rilevante i giornali, i quali, a differenza della Rai, non operano in regime di monopolio. Montanelli dice la sua in un articolo apparso sulla Domenica del Corriere: " ..la verità è un altra: il nostro Stato non resiste alla tentazione di confiscare la pubblica opinione, riducendone gli strumenti d'informazione a uno solo di sua assoluta esclusiva. E ci può riuscire benissimo, senza violare, almeno in apparenza le norme statutarie relative alla libertà di stampa, solo consentendo alla TV, privilegiata dalla sua condizione di monopolio, di distruggere i giornali sottraendo loro l'alimento principale e insostituibile". Sulla polemica interviene anche il Radiocorriere. Il settimanale della Eri afferma che la pubblicità televisiva rappresenta in Italia il 13% della raccolta pubblicitaria nazionale. In Giappone e negli Stati Uniti, dove però gli unici proventi delle compagnie televisive sono quelli pubblicitari, le percentuali sono del 34% e del 27%. In Gran Bretagna, dove operano TV pubblica e privata, si arriva al 25% e in Germania, dove vige la stessa formula adottata in Italia, canone e pubblicità, la percentuale è del 14%. Gli argomenti portati a favore della televisione: la TV soddisfa annualmente solo 387 inserzionisti mentre le richieste sono circa un migliaio. I tempi pubblicitari sono rimasti immutati, mentre l'ascolto negli ultimi sei anni è raddoppiato. L'UPA sostiene, secondo il Radiocorriere, che l'aumento della pubblicità in TV, produce un aumento della pubblicità sulla stampa come le esperienze degli altri paesi dimostrano. L'Italia non è l'unico paese a far convivere la formula canone pubblicità. Come lei, Germania ,Svizzera, Austria, Finlandia e Francia e Gran Bretagna si stanno orientando sula stessa strada. Uno sguardo riassuntivo su tutta la vicenda è contenuto in un articolo dell'Espresso del dicembre 1967.

La Stampa - 16 settembre 1967 - Domenica del Corriere - 19 settembre 1967 - Radiocorriere - 24 settembre 1967 - Espresso - 03 dicembre 1967


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