30 ottobre 1953: Arrigo Benedetti prosegue, in modo più moderato, ma non meno apocalittico di Monelli, la polemica contro i poteri della televisione e la mancanza di qualunque concorrenza: "Un conto è lo spettacolo che il cittadino si concede ogni tanto, o il giornale che può comprare o non comprare, un conto è la finestra magica che la TV ti apre in casa. Il problema della televisione è grosso soprattutto per la perentorietà con cui può influire sul gusto dei nostri contemporanei. La commedia, il film, il giornale, buoni o cattivi che siano concedono sempre a chi s'avvicina al botteghino o all'edicola un momento di riflessione. E' vero che anche in questo campo la concorrenza è spietata e senza risparmio di colpi bassi; ma pur se predominano i criteri più commerciali c'è sempre il rischio che un editore scopra un giorno che il mezzo migliore per fronteggiare la spietata concorrenza consista nel far bene. La TV invece non potrà mai avere i vantaggi della concorrenza ed il giorno in cui volesse diabolicamente corromperci ci finirebbe con averci vittime rassegnate"
La Stampa - 30 ottobre 1953
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