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Radio e Televisione - agosto 1939

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23 luglio 1939: I giornali pubblicano le prime recensioni nella storia della televisione italiana: "La trasmissione è nitidissima - scrive il Giornale d'Italia - e chiunque vi assista per la prima volta non può non provare un sentimento risultante dagli impulsi di ammirazione, commozione, stupore, orgoglio...Si, anche orgoglio, perché se è vero che in altre nazioni già da anni si eseguono trasmissioni televisive per radio, è anche vero che queste trasmissioni italiane sono frutto di studi e brevetti italiani e che sono le più perfette (Giornale d'Italia 23/7/39). Più elaborato l'articolo, a firma E.R. apparso su "Il Lavoro Fascista" due giorni dopo: "La televisione nasce, anche più della radio, aristocratica. Si pensi che perfino nella ricca Inghilterra, dove la televisione esiste dal 1929, dato il proibitivo prezzo degli apparecchi, gli utenti non sono in tutto che ottomila. Ma ecco che il Fascismo, in Italia dà, fin dagli inizi, un fulmineo colpo d'acceleratore al processo di popolarizzazione radiotelevisiva. Forse non c'è ancora un privato nababbo che si gode oggi da noi il suo radioricevitore fonovisivo che costa la rispettabile sommetta di lire 15 mila; e già invece il popolo, tutto il popolo di Roma, di questa Roma dove ieri la radiovisione s'è iniziata, sta facendo le sue prime esperienze radiovisive (...). Su di uno schermo di centimetri 30 per 20, una bella annunciatrice appare, s'inchina, sorride, parla con una voce ben intellegibile e come commisurata al suo formato ridotto (...).Nello studio di riprese dell'Eiar plafoniere, riflettori, fari abbacinano concordi un palcoscenico in miniatura su cui s'alternano gli interpreti. Come una grossa scatola, l'iconoscopio, posato sul suo treppiede da mitragliatrice gigante, fissa le persone divorate dalla luce implacabile e invisibilmente ne esplora le fattezze ricomponendone il disegno in 441 righe parallele, 36 in più sui già perfezionati apparecchi inglesi. Tra i protagonisti Lidia Pasqualini l'annunciatrice, l'attrice Nelly Corradi, la briosa Marichetta Stoppa, il duo Angeletti-Origoni, Dino De Luca, Enzo Aita. (...) Sono orizzonti che si aprono e su cui tutti sono indotti a meditare. Chi ha solo un briciolo d'intuito può ben capire che in questi inizi apparentemente modesti - ce che sono costati agli organizzatori mesi e anni di lavoro fiducioso e tenace - incomincia un'era nuova. Il nuovo mezzo d'informazione e di rappresentazione non ne eliminerà nessun altro, e men che meno la radio, ma arricchirà di nuove sorprese la moderna civiltà" (Il Lavoro Fascista, 25/7/39). In questo stesso periodo alcune riviste specializzate pubblicano le prime pubblicità di apparecchi televisivi della Safar, il Fonotelevisore Safar, modello RTD 30 (19X24 cm) e mod. RTD 40 (24X27 cm) "La sola costruzione, prettamente autarchica - questo il testo dell'inserzione - frutto dell'ingegno e del lavoro italiano, realizzata nei laboratori sperimentali della Safar e che ha permesso alla EIAR di dotare la stazione di Monte Mario di un trasmettitore televisivo nazionale

Radio e Televisione - agosto 1939

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