3 gennaio 1964: Si festeggiano i primi dieci anni di televisione in Italia. Tempo di ricordi, di celebrazioni e, soprattutto, di bilanci. Sergio Pugliese, direttore centrale dei programmi della RAI, scrive: "Prima della televisione, per larghi strati della popolazione la conoscenza del mondo si racchiudeva nel breve giro delle sue dirette esperienze, assai sovente limitate a quelle del piccolo agglomerato di case in cui viveva. C'erano, si, il cinema e la radio, ma il primo si limitava a presentare degli spettacoli e delle finzioni particolari, e la seconda offriva dei semplici suggerimenti che l'ascoltatore doveva integrare con la sua diretta partecipazione e la sua fantasia. La TV ha offerto invece, con estrema facilità , la possibilità di tutto conoscere e tutto vedere concretamente, quasi con una fisica presenza dello spettatore agli avvenimenti più lontani e disparati" (Radiocorriere 4/1/64). Più politico, come è ovvio, il commento di Rinascita: in questi dieci anni si sono stabilite e poi rotte molte alleanze, scrive Cipriani, ma l'obiettivo di fondo non è cambiato: "Alla Democrazia Cristiana come organismo politico, come partito di maggioranza sia pure relativa, deve spettare il potere assoluto il monopolio della TV. Ma è anche allo scadere del decennio di vita che la battaglia del partito comunista, una battaglia che dura ormai da anni contro quel monopolio, per una televisione libera, che l'opposizione popolare e democratica trovano nuove e concrete formulazioni, strumenti di lotta più avanzati, un più coerente indirizzo"
Rinascita - 04 gennaio 1964
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