
"Per qualche tempo l'alto costo degli apparecchi terrà immuni le famiglie borghesi, ma è inutile illudersi, gli apparecchi verranno a buon mercato, e con la vendita a rate accessibili a tutti. Se in questi anni l'Italia è rimasta un po' addietro, riprenderà il suo posto all'avanguardia delle nazioni in marcia verso il progresso; un progresso all'in giù, voglio
dire, una società di analfabeti, di conformisti, di meccanizzati, in cui non ci sarà più posto per la varietà e l'imprevisto della vita, per la libera scelta dell'attività e dello svago (...). Se la televisione prenderà in Italia la voga che ha preso in America, se anche da noi diverrà l'unica o quasi unica fonte di passatempo, di volgarizzazione, di diffusione di concetti politici, di gusti letterari ed artistici, di celebrazione di questo o quel principio o di questo o quell'individuo, questa sola fonte sarà manipolata, dosata, conciata secondo la scelta, l'estro, il capriccio, i preconcetti, le storture di poche persone. Paurosa eventualità, siano anche quelle poche persone le più intelligenti, le più eclettiche, le più liberali di tutta la nazione."
Paolo Monelli, La Stampa, 18/10/53
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