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Unità - 03 gennaio 1955

  • nmkstudio
  • 3 gen 1955
  • Tempo di lettura: 1 min

Gennaio 1955: Viene aumentato il canone radiotelevisivo: quello della radio passa da 2460 a 3300 lire, quello della televisione si attesta a 18 mila, tremila in più del precedente. I nuovi utenti sono esentati dal pagamento per i primi due anni (Europeo 12/12/54). L'Unità, intervenendo sull'argomento con una nota di Arturo Gismondi, fa notare come le spese per la televisione privilegio di pochi - ricadano tramite l'aumento del canone sul grande pubblico della radio: "Questo scherzo costerà agli utenti qualcosa come cinque miliardi, che andranno a finire in parte nelle casse della RAI e in parte allo Stato quale 'tassa di concessione governativa'. E meno male se l'aumento degli introiti servisse per migliorare i programmi, eliminando, ad esempio, una parte di quella pubblicità che ci infastidisce nelle ore strategiche del pranzo e della cena. Macché, niente di tutto questo. I dirigenti della Rai non si sono nemmeno sentiti in dovere di dare qualche contropartita agli ascoltatori, che valesse a giustificare in certo modo il sacrificio loro imposto. L'unica ragione che si adduce è la spesa per gli impianti televisivi. Cattiva ragione contro la quale a lungo e da ogni parte si è detto e scritto, giacché non si riesce a capire in base a quale principio una grande categoria di cittadini debba pagare per un servizio di cui non usufruisce".

Unità - 03 gennaio 1955

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