top of page

Vie Nuove - 30 dicembre 1965

nmkstudio

21 dicembre 1965: A seguito degli annunciati spostamenti nelle cariche direttive dopo la morte di Pugliese, lo scrittore Giorgio Bassani, vicepresidente (designato dal Psi) della Rai-tv. Il comportamento dell'azienda radiotelevisiva, scrive l'Avanti, "indica un atteggiamento preoccupante nei responsabili della gestione della Rai, che è azienda con capitale pubblico e con responsabilità pubbliche, chiaramente indicate da una sentenza della Corte Costituzionale e, in particolare, con preminenti responsabilità politiche e culturali, le quali soltanto giustificano il monopolio dell'esercizio radiotelevisivo" (Avanti! 21/12/65) "Spostando il problema della Rai-Tv a livello politico - sottolinea Fausto De Luca sulla Stampa - i socialisti intendono riproporre, in concreto, le loro richieste di due anni fa: la condirezione generale (carica che oggi non esiste) e una serie di altri posti di rilievo ai vari gradini della gerarchia interna. Essi insistono anche sulla esigenza di 'dare avvio' alla riforma della Rai-Tv, e indicano una possibile 'base di discussione' nel progetto di legge dell'associazione Radioteleabbonati presentato in parlamento dal senatore Parri" (La Stampa 21/12/65). La Voce Repubblicana giudica le dimissioni di Bassani "Una grave crisi scoppiata nella Rai". Anche l'ingegner Terrana, repubblicano, "mosse gravi, fondati rilievi - scrive l'organo del PRI - sulla struttura degli organi dirigenti" (Voce Repubblicana 21/12/65). Per quanto riguarda le nomine, l'ufficio stampa Rai dice che "tutto è stato risolto nell'ambito aziendale, al di fuori dei partiti, e che questa è la strada per garantire l'autonomia della Rai". Ma "Socialisti, repubblicani e liberali - sottolinea La Stampa - rispondono che un discorso di natura puramente aziendale non può valere per la Rai-Tv, date le sue articolari caratteristiche e il regime di monopolio di cui gode in Italia (La Stampa 22/12/65). "Tutto il trambusto e le proteste provocate da quello che ormai si va chiamando il grande rimpasto - scrive Paolo Spriano su Vie Nuove - portano con sè il problema irrisolto e decisivo della libertà delle trasmissioni, del rapporto che non è soltanto tra potere politico e potere aziendale, tra monopolio statale e monopolio di partito, ma tra i cittadini e la televisione (...) Attualmente una serie di rubriche, da Cordialmente all'Approdo, da Prima pagina a Tv7 se lo sono conquistate. Ma il guaio più grave resta, ed è il carattere di ufficialità che qualsiasi cosa arrivi sul video possiede, perchè così in alto hanno voluto che possedesse. La TV, si sa, è monopolio dello stato (e, forse, è bene che lo resti), è un servizio pubblico. Ma ciò deve significare che tutto quanto si vede e si ascolta implichi una responsabilità di un governo, subisca un controllo interno da parte dei funzionari? Praticamente, soltanto a Tribuna Politica si ascoltano opinioni non passate al setaccio"

Vie Nuove - 30 dicembre 1965

1 visualizzazione0 commenti

Post recenti

Mostra tutti

Komentáře


bottom of page